Mi accingevo a preparare un breve post sui nuovi accordi per la vendita di sistemi d'arma dagli Stati Uniti all'Arabia Saudita quando mi sono accorto che Andrea Gilli mi ha preceduto.
Riporto integralmente il suo commento in quanto evidenzia perfettamente l'impatto che tale mossa potrebbe avere sull'Europa, sia da un punto di vista geopolitico che da un punto di vista industriale. In particolare, in un'ottica di contenimento della potenza iraniana, non posso non condividere le perplessità di Stephen Walt.
"Contrastare l'egemonia iraniana
Facciamo brevemente il punto della situazione. Gli Stati Uniti hanno in parte lasciato l’Iraq. L’Iraq è e rimarrà un Paese nel caos. L’Iran sta ampliando i suoi orizzonti geopolitici, cosa che non piace né agli USA né ai Paesi arabi. Quale può essere il risultato di questo risiko? Molti sventolano da tempo la bandiera dell’attacco preventivo israeliano contro i siti nucleari iraniani. In realtà, stiamo assistendo ad altro.
Gli Stati Uniti stanno letteralmente sommergendo di armi il Medio Oriente. La ragione: interessi nazionali.
In altre parole, non potendo mantenere truppe stabili in Iraq, per controllare la minaccia iraniana gli Stati Uniti si sono lasciati andare ad una politica muscolosa di off-shore balancing.
Stanno in altri termini dando i mezzi ad altri Paesi per affrontare la minaccia di Teheran. Caccia, missili per difesa missilistica a medio e lungo raggio, apparecchiature C4ISR e molto di più sono stati negoziati di recente tra Stati Uniti da una parte e Arabia Saudita, Oman, UAE e Kuwait dall’altra. In questa maniera, l’equilibrio militare in Medio Oriente si sta drammaticamente spostando a sfavore dell’Iran – che già non dispone di dotazioni particolarmente moderne.
Vale la pena fare due considerazioni. In primo luogo, questa escalation suggerisce un intensificarsi della minaccia iraniana. E’ però difficile dire se ciò derivi da una crescita militare registrata a Teheran o, invece, dal risultato del mezzo-ritiro americano dall’Iraq.
In secondo luogo, va notato come questa mossa militare abbia pesanti implicazioni economiche e geopolitiche, specie per gli assenti: l’Europa. Gli USA hanno dimostrato, in una mossa, di essere i soli in grado di fornire sicurezza internazionale e, di conseguenza, equipaggiamenti moderni. L’Europa, nel caso migliore, può assolvere solo il secondo ruolo. Il lato devastante riguarda però le cadute industriali: l’export militare ha spesso effetti di lock-in che sbarrano l’ingresso ai rivali per lungo tempo. L’Arabia Saudita è stata a lungo uno dei migliori clienti dell’Europa. Con questo accordo, non solo l’Europa politica è stata scardinata, ma anche quella militare-industriale ha subito uno scacco.
C’è infine un’altra domanda: quale effetto scaturirà da questa politica? Non possiamo dirlo. Certo, dare solamente all’Arabia Saudita armi per 60 miliardi di dollari quando l’intero bilancio della difesa iraniano ammonta a 10 sembra quanto meno esagerata.
P.S.: qui un imponente rapporto sul military balance in Medio Oriente."