Il Consiglio dei Mujaheddin avrebbe tolto al leader terrorista la guida politica. Ma potrebbe trattarsi di contro-informazione
Abu Musab Al Zarkawi è stato «commissariato»? Fonti mediorientali citate da diversi giornali – «New York Times», «Al Hayat» – sostengono di sì: il leader terrorista sarebbe stato ridimensionato dalla guerriglia irachena contraria all’uso indiscriminato della violenza e all’eccessivo peso dei volontari stranieri. Dopo aspre discussioni e scontri armati con le tribù del Triangolo sunnita, il Consiglio dei Mujaheddin (composto da diverse organizzazioni ribelli) avrebbe tolto ad Al Zarkawi la guida politica passandola all’iracheno Abdullah Rashid Al Bagdadi. Una delle fonti di questa ricostruzione è una figura non secondaria. Si tratta di Huthayafa Azzam, figlio di Abdallah Azzam, il vero padre della Jihad internazionale e per lungo tempo ispiratore di Osama morto poi in circostanze misteriose.
LA DECISIONE – Secondo Huthayafa, noto per i suoi legami con la guerriglia, il Consiglio ha imposto ad Al Zarkawi di ridurre volume e importanza dei comunicati, di astenersi da prese di posizione politica, dal condividere le scelte militari con un luogotenente iracheno, Mundir Al Ubaidi. E’ probabile che la definizione dei ruoli sia anche legata alla composizione di «Al Qaeda nella terra dei due fiumi». L’autorevole quotidiano arabo «Al Hayat» afferma che sia formata al 75% da locali ai quali si aggiungono militanti giunti dal Medio Oriente e dall’Europa.
FONDI – Sempre il giornale aggiunge che l’organizzazione dispone di un budget mensile di diversi milioni di euro. Tre le fonti: i sequestri di persone con la riscossione affidata a sceicchi iracheni; gli assalti ai convogli che trasportano vettovaglie; i finanziamenti attraverso finte sottoscrizioni in Iraq e all’estero. L’evoluzione sul terreno avrebbe però conseguenze sul piano regionale. Al Zarkawi – sostiene Al Hayat – avrebbe autorità su Giordania e Iraq (sia pure ridotta) mentre un siriano sarebbe il capo di Al Qaeda nello Sham (Siria, Libano e territori palestinesi). Già nei mesi scorsi il Corriere ha anticipato la nascita di questa organizzazione che ha la sua testa di ponte in alcune moschee siriane e mira a creare una base nell’area di Tripoli (Libano). Fonti israeliane e americane, però, non escludono che Al Zarkawi cerchi un grande rilancio con cellule a Gaza e in Cisgiordania. Per lui sarebbe un grande colpo propagandistico: entra nella questione palestinese e supera Osama. A questo va aggiunta una seconda ipotesi, mai da escludere in Medio Oriente. Le voci sul suo commissariamento possono essere contro-informazione che il tagliatore di teste smentirà con una strage efferata e devastante.
di Guido Olimpio